Esistono circa 40 differenti specie di processionaria: le più diffuse in Italia sono, secondo la nomenclatura scientifica, la Thaumetopoea pityocampa (processionaria del pino) e la Thaumetopoea processionea (processionaria della quercia).
Oltre a creare grave pericolo per l’uomo e gli animali,la processionaria può causare disseccamenti e defogliazioni anche di forte entità a carico degli esemplari ospitanti portando anche alla morte dell’albero. Predilige il Pino Nero ( Pinus Nigra), ma può infestare anche il Pino Silvestre ( Pinus Silvestris), il Pino Marittimo ( Pinus Pinaster) varie specie di cedro e le querce. Gli adulti sono presenti tra la fine di giugno e l’inizio di settembre, con un picco di sfarfallamento nel mese di luglio, a seconda delle condizioni climatiche.
Dopo l’accoppiamento, le femmine depongono da 100 a 400 uova sulla chioma degli alberi, formando caratteristici manicotti attorno ad una coppia di aghi che inizialmente sono invisibili da terra all’occhio umano. In seguito le larve di processionaria si nutrono degli aghi, scheletrizzandoli, le piante colpite così vanno maggiormente soggette ad ulteriori attacchi di parassiti e, inoltre, il danneggiamento di tutte le nuove gemme generano un rapido deperimento della pianta in quanto le larve sono molto voraci. Ovviamente quanti più saranno numerosi i nidi tanto sarà maggiore la probabilità di morte della pianta.
Le larve neonate si possono trovare già a fine luglio alle quote più elevate, mentre nelle aree di pianura e di media collina si osservano di solito a partire da fine agosto; nelle pinete costiere non compaiono in genere prima di settembre.
Nel corso dell’autunno le larve formano nidi sericei idrorepellenti in genere all’estremità dei rami più soleggiati e rivolti a sud, dentro i quali si riparano nei mesi invernali. Dall’inizio di Marzo alla fine di Maggio, a seconda delle condizioni climatiche, le larve abbandonano le piante e si dirigono in processione verso un luogo adatto in cui interrarsi e trasformarsi prima in pupe e poi in adulto.
Nella fase di discesa dal tronco le processionarie formano vere e proprie “processioni” scendendo in file che possono raggiungere anche alcuni metri. E’ in questa fase che l’insetto raggiunge la sua massima pericolosità in disponendo su tutto il corpo di peli uncinati estremamente urticanti per l’uomo e per gli animali che al contatto rimangono intrappolati nella pelle. Tali peli possono creare anche gravi dermatiti, o irritazione delle vie aeree. Per i cani, invece, si può arrivare addirittura alla morte o all’amputazione totale della lingua per necrosi.
La responsabile di tale azione tossica è stata recentemente identificata in una sostanza proteica, la taumetopoeina, che agisce liberando alcuni mediatori chimici analoghi a quelli che intervengono nelle reazioni allergiche, a cui vanno imputati l’arrossamento, l’edema, il prurito ed il bruciore cutaneo, che possono essere ad insorgenza rapida oppure tardiva, dopo alcune ore o qualche giorno. La sintomatologia descritta comporta spesso il ricorso a cure mediche e nei casi più gravi si configurano vere e proprie emergenze cliniche.